Perché una sezione interamente dedicata a Jack Folla, che apparentemente ha poco o nulla a che fare con Marco Masini? In realtà ha molto di più di quel che possa sembrare all'apparenza: la voglia di denuncia e di riscatto, in primo luogo.
Marco Masini si è sempre dichiarato, ed è sempre stato, un cantante "contro": e Jack Folla è senz'altro l'uomo "contro" per eccellenza. Ma "contro" cosa? Contro le stupide convenzioni sociali, contro le ipocrisie, contro le ingiustizie, contro quello che è considerato il pensiero comune e spacciato come corretto.
Ma si tratta pur sempre di un essere "contro" in maniera intelligente: non si scade mai nel falso “conformista travestito da ribelle” che lo stesso Marco denuncia in Vaffanculo.
Jack Folla è un personaggio creato dalla scrittore, giornalista, autore e regista radiotelevisivo Diego Cugia (breve biografia).
Questa rubrica è curata dall'amico Alfredo Guadagni, al quale lascio immediatamente la parola.
L'ultimo estratto
Questo che si appresta a fare Jack tra un po', è un racconto molto breve, ma con un messaggio finale che possiamo tranquillamente (si fa solo per scrivere così, ma mi rendo conto che fa incazzare in modo indecente...) adeguare alla attuale situazione artistica del Mito Italiano: Marco Masini.
Se vuoi, Marco, perdona chi ha l'imperdonabile torto di non voler ascoltare le tue emozioni plasmate in testo e musica.
A me piace pensare che, un giorno vicinissimo, daranno importanza, ragione ed applausi al tuo talento: ciò che facciamo da sempre io ed i miei "fratelli masiniani".
Io la "mia" Italia la voglio artisticamente rappresentata all'estero da MARCO MASINI... e tu?
A te Jack!
Tanti anni fa, in Italia, ho conosciuto un avvocato di Asti. Ne avevo fatta una delle mie e lui cercò di evitarmi il massimo della pena. Si dilettava di Jazz e canzoni, ne aveva scritta qualcuna per Patty Pravo, una per Celentano, una per Lauzi.
Mangiammo lumache in una trattoria delle Langhe e l'avvocato mi raccontò che avrebbe voluto cantarle lui quelle canzoni.
Me ne accennò una al pianoforte.
Fu la sua prima. S'intitolava Uomo camion.
L'avvocato aveva una voce da fisarmonica militare, parlava di Tartan che, secondo lui, era un poveraccio licenziato da un circo di Bologna che si era rifugiato nella giungla.
Poi mi parlò di un altro suo mito, Emilio Salgari, e di certe corse con una Marisa a fianco su una topolino amaranto in una domenica degli anni Sessanta, sulla bretella di Terracina.
Poi non l'ho più visto.
Ora Paolo Conte è molto famoso nel mondo, in Italia molto poco.
Gli Italiani non amano i grandi Italiani.
(Elaborato da: Alfredo Guadagni [Edomaster]; Estratto da:
"Jack Folla - Un dj nel braccio della morte" di Diego Cugia;
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